25 Novembre, Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
Nelle classi della primaria e della secondaria dell'IC Toscanini sono tante le iniziative in programma il 25 novembre - e i giorni a seguire - per dire NO alla violenza.
Si celebra oggi la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Il messaggio di questa giornata, mai come in questa occasione scevro di retorica, deve essere quello di ribadire l’impegno e la consapevolezza di tutti, in primis degli uomini, nel contrasto a questo inaccettabile fenomeno ancora troppo diffuso a tutte le latitudini.
La scuola esercita il proprio ruolo educativo anche sotto questo aspetto, educando al rispetto di ogni persona e monitorando ogni forma di uso distorto dei social media da parte di ragazzi e ragazze.
Nella ricorrenza di quest’anno, occorre menzionare anche la coraggiosa azione delle donne iraniane che lottano per l’affermazione dei propri diritti, negati da decenni da un regime autocratico e illiberale.
Perché il 25 novembre? Una storia.
Dal 1999 ogni anno il 25 novembre si celebra la Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una data scelta dall'ONU perché il 25 novembre del 1960 vennero uccise tre giovani donne, le sorelle Mirabal: Patria, Minerva e Maria Teresa, soprannominate “las mariposas” (le farfalle). Erano belle, colte, benestanti, ferventi cristiane, ma con un “peccato” imperdonabile agli occhi del dittatore della Repubblica Dominicana, Rafael Leónidas Trujillo: non volersi piegare alle sue lusinghe e alla sua ferocia. In trent'anni di potere non aveva mai esitato a fare uccidere chi gli si opponeva. Così, anche le tre coraggiose sorelle furono assassinate, ma la storia ha dato ragione a loro, tanto da farne un'icona di libertà e opposizione alla violenza.
LA STORIA DELLE TRE FARFALLE
Patria, Minerva e María Teresa Mirabal erano cresciute con la sorella Dedé e i genitori a Ojo de Agua, una frazione di Salcedo, una cittadina nel nord del paese. Tutte avevano goduto di un'ottima educazione e avevano sviluppato una notevole sensibilità artistica e sociale, che fatalmente le portò a opporsi al regime di Trujillo (secondo un episodio a metà fra realtà e leggenda, nel 1949 il dittatore a una festa avrebbe ballato e discusso a lungo con l'affascinante Minerva, che però lo avrebbe offeso abbandonando la serata anzi tempo).
“Farfalle” era il nome di battaglia che le sorelle s'erano scelte all'interno del movimento insurrezionale 14 de Junio, fondato da Minerva e dal marito Manuel Aurelio Tavárez Justo per rovesciare la tiranía trujillista, il regime del sanguinario e megalomane dittatore che era arrivato a cambiare nome alla capitale Santo Domingo, ribattezzando Santo Domingo niente meno che Ciudad Trujillo. Tutti i membri del gruppo 14 de Junio, però, presto erano stati arrestati. E il 18 maggio 1960 Minerva, María Teresa e i rispettivi mariti erano stati condannati per sedizione e incarcerati.
A sorpresa, però, Trujillo in persona in agosto aveva fatto liberare le due donne mentre gli uomini furono trasferiti nella fortezza di Puerto Plata, dove le sorelle Mirabal andavano a trovarli ogni venerdì, viaggiando in auto lungo la tortuosa strada di Guazumal (Tamboril), che da Salcedo scende verso la costa atlantica.
Il 25 novembre, proprio mentre tornavano da una di queste visite, la Jeep, guidata dall'autista di famiglia Rufino de la Cruz e su cui viaggiava anche la sorella Patria, fu fermata da quattro sgherri di Trujillo, membri del Servicio de Inteligencia Militar, nel luogo detto La Cumbre. Le tre sorelle e l'autista furono portati in un canneto e uccisi.
Patria aveva 36 anni e tre figli, Minerva 34 anni e due figli, María Teresa 25 anni e un figlio. Sei mesi dopo, il dittatore Trujillo veniva a sua volta assassinato.